Chiudo questa serie di post figliati dalla nostra esperienza in baita, con una erba che non conoscevo e non avevo mai assaggiato. Trattasi del radicchio dell'orso (Lactuca alpina, Gray 1883), una pianta appartenente alla famiglia delle Asteracee che mi dice il Gino e, mi confermano i testi, spunta nei giorni successivi al ritirarsi dei nevai.
La Cicerbita in Italia cresce principalmente lungo l'arco alpino nella fascia compresa tra i mille e i duemila metri. Ha portamento alto, fusto cavo e fiori blu come mostrato dalla immagine riprese dal sito
http://www.aas3.sanita.fvg.it/it/azienda_informa/whatsaas3/171835_piantevelenose.html#prettyPhoto (Questo sito è una interessante rassegna a cura della ex ASL 3 del Friuli che, oltre a censire alcune piante spontanee eduli della regione, indica i possibili confondimenti che si possono generare con piante tossiche).
L'atto con cui, una sera, il Gino ci aprì uno di quei vasetti dove aveva messo a maturare nell'olio il santissimo radicchio fu accompagnato da ritualità tali da farci capire che ci si trovasse di fronte a una manifestazione di grande affetto nei nostri confronti.
Lo mangiammo con del pane non bevendoci altro che acqua della montagna. Era buonissimo.
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