lunedì 25 maggio 2020

Mezzelune di pasta alla Malva con ricotta e limone

La Malva evoca tempi di guerra e vecchie di paese che la sanno lunga su come lenire le coliche con tisane e le mucose infiammate con decotti delle sue foglie. Mi evoca passeggiate per le strade polverose vicino al podere di mia zia a Bolsena, negli ultimi giorni di primavera, prima che il caldo dell'estate costringesse noi cugini a rimanere a casa o, nei giorni fortunati, ci conducesse alla spiaggia del "grancaro" a fare il bagno. Lungo la strada bianca cresceva folta la malva e i suoi fiori per me sono sempre stati una sciccheria. Una forma coltivata, sfuggita dai giardini, con fiori enormi e dalle mille variazioni pastello cresce sulla strada che costeggia il lago di Bracciano, dove ora io vivo. Per le mie ricette ho preferito le piante più selvatiche colte al pratone dietro casa, dove ho conteso le foglie a tutti i bruchi dell'universo e dove mia figlia ne raccolse abbastanza per farne dei tortelli. Tortelli con un ripieno di ricotta aromatizzata con sola buccia di limone racchiusa in una pasta verde di un pastello che sembrava proprio rubato alla sua fioritura.
Prendete un centinaio di grammi di foglie di malva fresca, lavatee ed eliminate le venature più robuste, lessatele in acqua poco salata e dopo alcuni minuti scolate e se potete raffreddare in acqua e ghiaccio per conservarne il colore. Frullate le foglie con il minipimer e le unirete a 300 grammi di farina e a due uova intere più un tuorlo. La consistenza mucillaginosa della malva richiederà altra farina e difficilmente riuscirete ad arrivare a quella elastica consistenza della classica pasta all'uovo italica. Ma non demordete, l'impastatrice, se l'avete, o le vostre mani alla fine vi permetteranno di avere una sfoglia adatta per farne tortelli. A parte avrete preparato un ripieno composto da ricotta passata allo staccio (o più banalmente attraverso un colino, comunque sia, passaggio importante da non saltare) parmigiano e abbondante buccia di limone grattata. Preparata la sfoglia, tagliatela con un coppapasta circolare sugli 8 cm, ripienate i dischi con un cucchiaino di farcia e dopo averli richiusi a mezzaluna cospargeteli di semola per non farli attaccare. Una volta cotti in abbondante acqua salata, li condimmo con burro (ma la prossima volta proveremo con olio di oliva?) parmigiano e foglie di salvia per dar sapore e accentuare il ton sur ton. Piatto dai colori e dai sapori delicati.

Malva dei campi (Malvaceae)


La Malva sylvestris, Linneo è una pianta erbacea, biennale ma in alcuni casi perenne, con radice a fittone e carnosa. Fusto eretto (40 - 60 cm ma può superare anche il metro) solitamente lignificato alla base, e ramoso. Le foglie sono alterne, lungamente picciolate, palmato-lobate, con 3-7 lobi, e con margine dentato. I fiori sono grandi, rosei con strati di rosso, con la corolla che è il triplo del calice su cui si riscontrano diversi petali stellati; sono raccolti in gruppi da due a sei, all'ascella delle foglie.

lunedì 18 maggio 2020

Il pratone

Il Convid-19 ci ha preso di sorpresa quasi fosse una valanga. Il 6 Marzo, facevamo la fila alla mostra di Raffaello alle Scuderie del Quirinale (ci arrivammo in metropolitana!!) e dopo esserci saziati di tanta meraviglia finimmo la serata dallo "Sgobbone", una osteria romana archetipale, chiassosa e affollata. 
Capimmo che non era un temporale di agosto ma un uragano di proporzioni epocali dopo pochissimi giorni e rispettosi ci chiudemmo in casa ad aspettare indicazioni. Il bollettino delle 18 divenne l'appuntamento fisso della giornata e worldmeters.com la nostra lettura quotidiana. Zeno, il nostro Border Collie intanto ci patentava per rapide passeggiate verso il paese.


Ma la versione distopica di Anguillara nel suo vuoto totale ci intristiva e ci convinse a dirigere le nostre passeggiate verso "il pratone", un pascolo, delimitato da boschetti che iniziava dopo il cancello di legno alla fine della stradina dove è ubicata la casa

e finiva sulle rive dell'Arrone. 







Un pascolo da noi sempre snobbato dove ero stato solo poche volte, una ben mi ricordo per vedere il corteggiamento tra garzette nei pantani che spesso d'inverno vi si formano.

Per 60 giorni il pratone divenne centrale nella vita della nostra famiglia e forse l'unica nostra vera valvola di sfogo. Fu lì che ritrovai vecchie amiche prime tra tutte la cicoria il crespigno e il tarassaco che risolsero molte nostre cene, e me ne feci due nuove, il ramolaccio (Raphanus raphanistrum) e la malva (Malva silvestris, L. e M. neglecta, Wallr). Feci conoscenza anche con altre, le plantago ovvero la major, (Plantago major L.) e la lanceolata (Plantago lanceolata L.) e la piattella o giuncolina (Hypochoeris radicata L.); ma con queste ultime non è scattata la scintilla, forse per mia imperizia nel prepararle. Mi riprometto di riprovarci.

Lì ci godemmo la primavera












                  Delle mie nuove scoperte e dei piatti    che riuscimmo a preparare ne parlerò a breve.

domenica 17 maggio 2020

Fase 2 ovvero una Bevanda a Base di Fiori di Sambuco

Con la Fase 2 ho deciso di ricominciare a scrivere sul Blog.
Oggi, 17 di maggio 2020, abbiamo avuto ospiti in giardino; non so quanto legalmente, ma molto in sicurezza. La Fase 2, cominciata da qualche giorno, ha confini burocratici molto più sfumati e momenti interpretativi molto ampi e più legati al buon senso rispetto alla Fase 1. A pranzo abbiamo avuto l'amica di sempre Tiziana, relegata in fondo al tavolone sotto il cedro in giardino. Qualche problema per servire i paccheri e riempirle il bicchiere di vino, ma dopo è andato tutto bene e i racconti dei sessanta giorni e di come li abbiamo vissuti sono fluiti tranquilli. 
Per il dopo pasto abbiamo abbiamo invece avuto ospiti Tony, la moglie Amina e la figlia Matilde. Con loro saremmo dovuti partire per partecipare al Festival di Musica Gnaoua a Essaouira (Marocco), lì dove con mia moglie abbiamo una casa nella Medina. Invece siamo tutti qui e, abbiamo servito loro una tazza di caffè e plumcake all'arancia. In più, per prolungare la discussione e per rinfrescarli dei primi caldi, abbiamo servito una bevanda, fatta a base di fiori di Sambuco freschi, arancia e acqua. La ricetta della bevanda la ho rubacchiata da questo sito
https://www.dueamicheincucina.it/2016/05/acqua-aromatizzata-allarancia-e-fiori-di-sambuco.html
ma la ho rinominata, in onore di questo momento tristanzuolo, "Fase 2". La dedico ai miei tre amici ai quali rinnovo l'invito, per il prossimo anno, alla casa di Essaouira.

Ingredienti
1 litro di acqua naturale
2 arance non trattate
3 fiori di sambuco freschi
Preparazione:
Dopo aver lavato i fiori (eliminando gli eventuali afidi che amano molto questa pianta), togliere il gambo legnoso e metterli in una caraffa in infusione in un litro d'acqua (la prossima volta la proverò gassata). Spremere nell'infusione il un’arancia e aggiungervi l’altra arancia a fette. Fate riposare in frigo per 6-8 ore prima di servire.
Io l'ho fatta riposare meno e alla fine vi ho aggiunto qualche cubetto di ghiaccio.

Commenti
Io ho trovato la bevanda un po' troppo "delicata", priva di profumi ben delineati. Forse la prossima volta metterò qualche fiore in più e/o allungherò i tempi di infusione. Comunque è un gran bel vedere e, soprattutto, come si evince dalla foto, ai mie amici e familiari è piaciuta molto