La Malva evoca tempi di guerra e vecchie di paese che la sanno lunga su come lenire le coliche con tisane e le mucose infiammate con decotti delle sue foglie. Mi evoca passeggiate per le strade polverose vicino al podere di mia zia a Bolsena, negli ultimi giorni di primavera, prima che il caldo dell'estate costringesse noi cugini a rimanere a casa o, nei giorni fortunati, ci conducesse alla spiaggia del "grancaro" a fare il bagno. Lungo la strada bianca cresceva folta la malva e i suoi fiori per me sono sempre stati una sciccheria. Una forma coltivata, sfuggita dai giardini, con fiori enormi e dalle mille variazioni pastello cresce sulla strada che costeggia il lago di Bracciano, dove ora io vivo. Per le mie ricette ho preferito le piante più selvatiche colte al pratone dietro casa, dove ho conteso le foglie a tutti i bruchi dell'universo e dove mia figlia ne raccolse abbastanza per farne dei tortelli. Tortelli con un ripieno di ricotta aromatizzata con sola buccia di limone racchiusa in una pasta verde di un pastello che sembrava proprio rubato alla sua fioritura.
Prendete un centinaio di grammi di foglie di malva fresca, lavatee ed eliminate le venature più robuste, lessatele in acqua poco salata e dopo alcuni minuti scolate e se potete raffreddare in acqua e ghiaccio per conservarne il colore. Frullate le foglie con il minipimer e le unirete a 300 grammi di farina e a due uova intere più un tuorlo. La consistenza mucillaginosa della malva richiederà altra farina e difficilmente riuscirete ad arrivare a quella elastica consistenza della classica pasta all'uovo italica. Ma non demordete, l'impastatrice, se l'avete, o le vostre mani alla fine vi permetteranno di avere una sfoglia adatta per farne tortelli. A parte avrete preparato un ripieno composto da ricotta passata allo staccio (o più banalmente attraverso un colino, comunque sia, passaggio importante da non saltare) parmigiano e abbondante buccia di limone grattata. Preparata la sfoglia, tagliatela con un coppapasta circolare sugli 8 cm, ripienate i dischi con un cucchiaino di farcia e dopo averli richiusi a mezzaluna cospargeteli di semola per non farli attaccare. Una volta cotti in abbondante acqua salata, li condimmo con burro (ma la prossima volta proveremo con olio di oliva?) parmigiano e foglie di salvia per dar sapore e accentuare il ton sur ton. Piatto dai colori e dai sapori delicati.
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