Le anguille si pescano con l'ombrello, mi raccontava mio padre. Questa frase ce l'ho nella testa, ma non ho mai capito fino in fondo come il sistema funzioni. Questo perché non ho mai pescato anguille, anche se vivo ad un passo dalle rive del lago d'Anguillara proprio dove i pescatori locali mettono i loro martavelli per catturare la pregiata, ma non da tutti apprezzata, preda. Ma torniamo all'ombrello. In pratica il problema della pesca all'amo è che l'anguilla, una volta allamata, si attorciglia intorno alla lenza ed è molto difficile srotolarla dal filo. L'anguilla peraltro è praticamente immortale e si continua a muovere per un tempo ragionevole anche quando è fatta a pezzi. In pratica, ogni anguilla una lenza da buttare. Nella la pesca con l'ombrello, al posto della lenza classica si usa un groviglio di lombrichi legati ad un filo senza amo che viene lanciato in acqua e l'anguilla, che con la luna arriva praticamente a riva, attacca avidamente il groviglio vermesco rimanendo attaccato al filo. Qui l'abile pescatore deve essere lesto a tirare su vermi e anguilla che mancando l'amo si distacca per lasciarsi cadere; ma nel frattempo sotto il pesce è stato messo l'ombrello aperto con il manico rivolto in su. L'anguilla che cade è quindi presa dall'ombrello aperto che in pratica si comporta quasi fosse un retino. Già ma perché non si usa il retino? Erano troppo poveri per comprarne uno i pescatori di anguilla d'antan? non è commerciato un retino dal diametro vasto come un ombrello? Varie possibilità, non una risposta certa. Tralasciamo la complessa pesca e dirigiamoci da Toto o da Angeletto, qui ad Anguillara le anguille non mancano. Vive, morte, pulite o come volete voi. Acquistate delle ciriole, quelle piccoline che si cuociono in un non nulla e fatevele tagliare a tocchetti. Il tarassaco lo andrete a prendere in un qualsiasi campo nei pressi del lago; mi raccomando l'aglio, l'unico decente da queste parti ce l'hanno "le ragazze" dietro San Francesco, il resto è tutta roba spagnola o peggio cinese. Preferisco il tarassaco al posto della cicoria (c'è una ricetta napoletana che ne fa uso) perché è più ruvido e più amaro di quest'ultima, così il grasso dell'anguilla sarà stemperato meglio e il dolce di questo strano pesce si rincorrerà avvinghiandosi al sapore dell'erba così come da viva fa con la lenza. Ovviamente la cicoria al posto del tarassaco, andrà benissimo lo stesso.
La ricetta
Anguille piccole che a Roma chiamano
ciriole, pulite e tagliate a tocchetti circa 600 grammi, Tarassaco o altra
cicoria, un chilo o meglio una busta del supermercato piena, aglio, olio, peperoncino di quello serio, sale.
Pulire la verdura lessatela e raffreddatela
in acqua gelate, gli farà mantenere un bel colore verde, strizzatela bene e
tritatela molto grossolanamente. Nel frattempo soffrigete aglio e peperoncino e
aggiungete la cicoria dandole una bella "ripassata", mettetela di
lato nella padella o in un piatto e nella medesima padella cuocete i tocchetti
di ciriole. A fine cottura riaggiungete la cicoria alla padella e fatela
insaporire nel grasso delle anguille. Mangiarla calda con un vino frizzante e
secco o un bianco che ripulisca le papille, magari con una punta di retrogusto
amaro. Non molto alcolico.
Nessun commento:
Posta un commento