domenica 8 maggio 2016

Frittata con i germogli di Vitalba

Da quanto detto nel post precedente il problema della Vitalba è quello di essere velenosa, quindi abbiate cura a prendere solo i getti terminali della pianta. Io ho bollito i getti, un po' per dilavare le eventuali tossine, che essendo alcaloidi non sono inattivati dal calore, e un po' per toglier loro quell'amaro che a volte risulta eccessivo. Una volta bolliti per un paio di minuti al massimo, li scolavo e mentre raffreddavano, sbattevo un par d'ova.

L'assoluto cultore della vitalba è l'amico Carlo Spatocco, che la cucina in mille modo ma soprattuto per farci un condimento per la pasta. La smania della raccolta l'ha passata al figlio e quindi ai suoi due nipoti che sono avidi cercatori e mangiatori del tossico getto.
In ogni caso, ho fatto quello che dovevo fare per far una frittata come si deve, lasciando il tutto un po' "bavosetto"  perché ormai l'uovo troppo cotto lo digerisco poco o male. 

La frittata che ne è risultata è stato magro pasto accompagnata da un po' d'agretti conditi con olio-aceto-salsa di alici. Non è che il sapore della frittata mi abbia trascinato. Diciamo che, anche se la vitalba non era poca in proporzione delle uova, il sapore poco si sentiva. Proverò con la pasta quanto prima.




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