domenica 20 settembre 2020

Il mirto (Myrtaceae)

Il 20 di Settembre, da tempo immemore, a Ventotene si festeggia la festa di Santa Candita, giovinetta africana che sotto Massimiano imperatore, fu intercettata dai romani davanti all'isola di Ponza, mentre fuggiva da Cartagine. Sull'isola fu martirizzata e il suo corpo fu gettato in mare che lo restituì all'isola di Ventotene. Questa storia di immigrati africani ributtati in mare non è cosa che finì in quegli anni e di martiri di quel tipo in questi giorni ne abbiamo a iosa. Ma questo è un post di festa e questi orrori non li tratteremo. Il corpo fu recuperato dagli abitanti di Ventotene di cui divenne la Patrona e che viene onorata con una festa che ancora oggi rimane una delle più belle in Italia.


In quei giorni si fa festa con giochi, processioni e con una banda sopraffina che suona ininterrottamente da mattina a sera per le vie del paese. 


Gli abitanti li rifocillano con caffè e dolciumi la mattina e con bocconi più sostanziosi e bicchieri di vino, la sera. 


Ma il gran finale è rappresentato da "o'pallon", ovvero il lancio dei palloni aerostatici dalla piazza e dal porto romano su nel cielo a portare ovunque la novella della santa.

                                


Nell'isola, seguendo le strade sterrate che si dipartono dal paese e nelle siepi che delimitano i campi cresce abbondante il mirto Myrtus communis, Linnaeus, un arbusto alto fino a 3 metri. Il mirto è presente in grande quantità in tutti le macchie dove lo ho cercato, da Orbetello a vari luoghi della Sardegna, dalle isole Greche alle baie Turche, dalla Corsica alle spiagge Calabresi.

Caratteristiche sono le sue foglie lanceolate che sfregate liberano un inconfondibile pungente odore resinoso. 

I fiori sono bianchi e i frutti delle bacche nere e molto aromatiche che servono per fabbricare numerosi liquori il più famoso del quale è il sardo Mirto. In questa stagione, a Santa Candita però e bacche sono ancora in via di formazione e appaiono così come le vedete in foto.



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