Dopo i primi
passi nel mondo della misticanza, fatti inseguendo mio padre che si inerpicava
dietro a quaglie e fagiani, cominciai a camminare da solo e i miei passi
divennero spediti anzi speditissimi. Il 68 (che per me cominciò a ottobre, al
liceo ginnasio statale Terenzio Mamiani di Roma) passò veloce e negli anni che
vennero divenni presto quel che si suol dire un cattivo soggetto. Prima lotta
continua poi India, canne e acidi, indiani metropolitani e, per finire, la realizzazione
dell'utopia di un decennio fondando, insieme ad altri tre cattivi soggetti, una
comune agricola: “la trinità" nei noccioleti di Capranica. La trinità non
era solo un esperimento di “socialismo in un casale solo” era il punto di
riferimento della gioventù rossa e bene di Roma nord.
Ma io allora avevo altro per la testa che mischiarmi con i cittadini che
cercavano un posto tranquillo per farsi un trip, io ero diventato contadino. La
metamorfosi avvenne anche grazie al nostro vicino, Sergio. Sergio si vantava di
aver visto una volta il mare, era stato quando era andato a fare il militare ma
non ricordava quale e neanche dove. Ma di cose ne sapeva molte, contadino a
tutto tondo mi insegnò come si sgozza un maiale, si forza il radicchio e si spollonano
i noccioli, ma soprattutto mi insegnò a riconoscere almeno altre cinque erbe della
misticanza. In realtà a fare misticanza non andavo con lui ma con la moglie, una
signora che anagraficamente aveva una ventina d'anni più di me ma che in realtà
aveva un corpo e una faccia senza tempo. Un giorno Sergio mi prese da parte e
mi disse che lui non era geloso delle passeggiate che facevo con la moglie
perché sapeva che ero un bravo ragazzo e non avrei mai approfittato di lei. Con
impudenza giovanile stavo per mettermi a ridere, ma mi fermai in tempo. Sergio
era mio amico e no, non lo avrei mai tradito neanche dicendogli che l'ultima
cosa che mi sarebbe passato per la testa era fare la corte alla moglie. Se pur
non appetibile, lei era una grande maestra e mi insegnò a distinguere:
pimpinella, caccialepre,
cipicciosa, piede di gallo e indivia, quest'ultima in realtà scappata dagli
orti e allignatasi nei campi.
Nel frattempo,
più delle nascita della lotta armata, della crisi ideologica, del dilagare
dell'eroina, stava avvenendo un cambiamento che mise termine alla nostra
esperienza: la massiccia entrata della nocciola turca nel mercato tedesco e il
conseguente crollo del suo prezzo in italia. Prime vittime di una
globalizzazione agli albori e ancora un po' provincialotta, ognuno di noi prese
la sua strada, chi per diventare proprietario di una ditta che costruisce
depuratori, chi nella distribuzione all'ingrosso dei farmaci, chi a insegnare
informatica alla sapienza e chi fisiologia a tor vergata. Mentre sergio, la
moglie e il loro unico figlio rimasero li a capranica, un po' più poveri,
perché i noccioli erano diventati più avari.
Questo post lo dedico a Sergio e a sua moglie di cui non ricordo il nome, che materialmente
mi ha insegnato a conoscere la pimpinella.
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